Come ogni settimana, prosegue l’appuntamento del venerdì con Rockol The Observer: da oggi, infatti, sono on line l’intervista a Omid Jazi e la recensione del disco d’esordio dei SuperTempo.
Sedici i pezzi in scaletta per “Onde alfa”, album d’esordio di Omid Jazi, interamente scritti, prodotti e registrati in quasi totale isolamento, solamente con l’aiuto di un MacBook. Sedici episodi all’insegna di un pop colorato, anticonformista, a tratti psichedelico e pesantemente venato di elettronica tanto quanto di punk. Un disco a suo modo d’avanguardia, spiazzante nella sua unicità, che ha catturato inevitabilmente la nostra attenzione: “Non è stato facile trascorrere sei mesi totalmente isolato dal mondo, attualmente penso che non lo farò mai più, a volte credevo di impazzire, ma allo stesso tempo sono felice di esserci riuscito, perché avevo bisogno di farlo” ha raccontato Omid a Rockol. “E' il mio primo disco e, con i pochi soldi e strumenti che avevo a disposizione, dovevo portare a termine l'idea che avevo. Esserci riuscito è stato come superare l'impresa, ma la soddisfazione più grande deriverebbe dal venire a conoscenza di una sua possibile utilità, vorrei potesse donare un po' di sollievo anche solo ad una piccola parte dei miei ascoltatori”.
La recensione della settimana per The Observer è invece quella di “Brother sun, sister moon”, dei SuperTempo. I SuperTempo sono una band punk e garage rock formata da Marco Fabris alla batteria, Federico Mellinato alla chitarra, voce e basso, e Stefano Michieletto a basso, voce e chitarra. Dopo aver pubblicato nel 2011 due Ep intitolati “Super tempo goes prestissimo” e “Denim boy”, nel 2012 pubblicano, con la GoDown Records, l’album di debutto intitolato “Brother sun, sister moon” (il titolo riprende quello del film di Franco Zeffirelli sulla vita di San Francesco). Un disco immediatamente salutato come uno dei migliori esordi dell’anno, grazie anche al singolo “To the sea by walkin’”, un brano rock/pop di appena due minuti, accompagnato da un bel video autoprodotto. Quindici i pezzi in scaletta, registrati e prodotti dalla band stessa: un concentrato di garage rock, punk e blues volutamente scarno ed essenziale e dalle fattezze lo-fi e, soprattutto, power pop; un modo, a detta dei SuperTempo, “francescano” ed originale di approcciarsi al genere.
Continuate a seguire The Observer, la nostra rubrica dedicata alla musica emergente, per scoprire di quali altri artisti parleremo nelle prossime settimane.
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